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Le dichiarazioni di Gianni Amelio che con Il Primo Uomo vince il trentaquattresimo Efebo d’oro

19/10/2012 | News
Le dichiarazioni di Gianni Amelio che con Il Primo Uomo vince il trentaquattresimo Efebo doro

"Non si pensa ai premi quando si fa un film. I riconoscimenti arrivano come doni inaspettati, e sono il segno che le cose non si sono perse per strada, che qualcuno ti ha ascoltato". Questo il commento di Gianni Amelio alla notizia che il suo film “Il primo uomo” vince il trentaquattresimo Efebo d’oro, il premio internazionale di cinema e narrativa in programma ad Agrigento dal 5 al 10 novembre prossimi. Monicelli, Risi, Scola, Tornatore, Carrère, Truffaut, Rosi, Lelouch, Salvatores, Salles, i fratelli Taviani sono alcuni dei grandi nomi che nell’arco di tre lustri hanno preceduto Amelio.
"Girando “Il primo uomo” in Algeria – ha dichiarato il regista - avevo la sensazione che il Mediterraneo non fosse un mare ma una terra e che questa terra avesse la stessa lingua, la stessa cultura , gli stessi bisogni. Pensavo alla Calabria di un altro dopoguerra dove la stessa gente cercava con fatica di rimarginare le proprie ferite. Il Maghreb era il Sud dell’Italia, il bambino Camus ero io, vissuto con un padre lontano e due donne forti al mio fianco. A molti ragazzi della mia generazione è capitato lo stesso destino. Perciò certe identificazioni sono inevitabili. E un premio come l’Efebo d’oro, nato nel cuore della Sicilia, è il coronamento di un percorso, un gesto di calore tutto speciale".

La mattina del 10 novembre Gianni Amelio incontrerà gli studenti delle scuole agrigentine al cinema Astor, la sera all'Ex Collegio dei Filippini nella centralissima via Atenea la premiazione.

A un altro film di forte significato morale e sociale, “Terramatta” di Costanza Quatriglio va il premio speciale della Banca Popolare Sant'Angelo. “Terramatta”, nato dalla collaborazione della regista palermitana con la scrittrice Evelina Santangelo e la produttrice e sceneggiatrice Chiara Ottaviano, è il racconto cinematografico della straordinaria autobiografia di Vincenzo Rabito pubblicata da Einaudi, una storia di emigrazione, emarginazione, sacrifici e ritorni dell'ex analfabeta ragusano diventato scrittore.

Per quanto concerne la sezione televisiva la Giuria quest'anno non ha assegnato il premio non avendo ravvisato in alcuna fiction i requisiti per l'Efebo.

 


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